LA STRETTA GREEN CHE PENALIZZA L’ITALIA?
Così viene descritta l’ormai inevitabile calendarizzazione degli obblighi di efficientamento del patrimonio immobiliare europeo. Un patrimonio, quello italiano in particolar modo, che purtroppo mostra impietosamente il suo lato scoperto: quello dei consumi di energia.
L’Europa fa sempre la figura della maestra cattiva e senza pietà. L’Italia piange sconsolata le proprie disgrazie. In mezzo ci sono i cittadini che hanno ricevuto dallo stato poca tutela, scarsa informazione e norme di sostegno all’efficientamento energetico discontinue e spesso farraginose. Il 110% infine: un’occasione per pochi che ha fatto impennare i prezzi e rovinato un mercato già fragile.
L’ultimo compromesso prevede che entro il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali raggiungano almeno la classe energetica «E». Dopo altri tre anni, nel 2033, sarà necessario un altro scatto per arrivare alla classe «D». Infine, sarà necessario arrivare tra il 2040 e il 2050 ad emissioni zero.
Tra sette anni quindi il primo obiettivo! Sembra lontano, invece è proprio dietro l’angolo perché in edilizia sette anni passano in un batter d’occhio.
Dunque perché accontentarsi di una classe energetica intermedia? Se mettiamo mano alla nostra abitazione puntiamo ad interventi mirati volti a massimizzare sia il beneficio fiscale che a ridurre drasticamente i consumi. Molti dei nostri clienti ci fanno sapere che non hanno ancora acceso il riscaldamento. È vero, purtroppo è un inverno mite, ma non è da tutti avere una casa confortevole e le bollette a zero…
Le nostre case avranno finalmente un valore indissolubilmente legato ai consumi. Come le auto, che non possono circolare se hanno emissioni fuori norma, o gli elettrodomestici. Sarà la rivoluzione del mercato immobiliare e finalmente, forse, la cultura dell’efficienza energetica come prima fonte di energia entrerà a far parte del sentire comune.
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